È quasi incapaci di ragionare e prendere coscienza del valore dell’impresa compiuta, della capacità (o meno) di proseguire nella stessa direzione e per quanto tempo.
Perdere comporta destabilizzazione: ma allo shock iniziale segue poi la domanda costruttiva del perché.
La vera sconfitta è quella che accettiamo senza porsi domande sul perché è avvenuta; senza prendere coscienza dell’accaduto. È più semplice e meno impegnativo accogliere la sconfitta come una fatalità ineluttabile, come un destino inevitabile: ma è una rinuncia a sfruttare le ricchezze che la sconfitta offre.
E’ inevitabile perdere di tanto in tanto, il trucco è che non diventi un’abitudine.